mercoledì 26 marzo 2014

Tre sugli animali (fantastici)

Questa idea me l'ha data indirettamente un'amica, che ogni tanto si diverte a strutturare la sua lista di libri da leggere per gradi di separazione: la rubrica si chiama tre gradi. Immaginiamo di poter cogliere, nella proverbiale pila sul tavolino, tre libri che sono in qualche modo collegati, per esempio da uno stesso argomento o tema, ecco che tutto sembra per una qualche magia un po' più ordinato! Così, anche uno che come me finisce per accumulare libri sull'onda del sentimento, che dopo mesi (se va bene) ha scordato la ragione che ne ha scatenato l'appropriazione, può dare una parvenza di ordine alle sue letture.
Più o meno, la storia è questa: ho preso il libro a a un Salone del Libro, il libro b a seguito di una non-recensione e il terzo...  beh, in parte per via dell'autore e in parte perché mi sono subito reso conto che i tre stavano maledettamente bene insieme! A parte il fatto che l'ordine è stato in realtà a, c e b, e non come l'ho presentato, vediamo ora di cosa sto parlando.

a. L'Orologiaio Miope di Lisa Signorile

Biologa laureata e militante, Lisa Signorile è stata per anni autrice del blog omonimo, recentemente traslocato sul sito di National Geographic. Il libro è una raccolta di articoli su alcuni animali straordinari, assurdi e spettacolari che abitano sul nostro pianeta. Ma attenzione. Non tratta solo di specie che abitano in aree recondite e inospitali ma anche di esseri che, pur vivendo più vicini a noi di quanto immagineremmo, hanno sviluppato straordinarie soluzioni evolutive: dal polpo vampiro degli abissi agli acari che popolano a migliaia i nostri letti. Un intero capitolo è dedicato ai parassiti (astenersi lettori di stomaco debole!) e un altro alle specie velenose.
Il libro è semplice anche per chi, come me, di zoologia ne capisce tanto quanto di geroglifici, per cui mi sento di consigliarlo a chiunque coltivi una certa curiosità per gli aspetti meno ovvi del mondo animale.
Perché qui non ci sono leoni, ma in questo caso non se ne sente la mancanza.

sabato 22 marzo 2014

David Rubín - L'Eroe (Libri I e II)


Postmoderno.
L'illuminazione mi è venuta pensando a una divagazione sul fantasy che definiva il (sotto)genere urban non tanto per l'ambientazione o le tematiche quanto per il fatto che tenga conto della modernità. Che siano elfi in motocicletta o divinità armate di smartphone, il succo è non ignorare la nostra epoca e lasciarla penetrare nella storia che stiamo scrivendo - o viceversa, fare esplodere un pizzico di fantastico nel mondo intorno a noi, che non è proprio lo stesso ma sono due modi di vedere la faccenda.
Altri potrebbero parlare di mitopoiesi o di de-strutturazione. Io con questi termini mi sento a disagio e impreparato, per cui prenderò in prestito questa definizione.
L'Eroe è epica postmoderna (ma non postmodernista).

Cominciamo da lui: Eracle. Cosa si può scrivere di Eracle nel nostro tempo? Qualcosa avevo già scritto parlando del primo libro. Eracle è l'eroe per eccellenza. È forte, figlio di un Dio, e compie imprese memorabili spesso in favore delle popolazioni locali, minacciate da questa o da quell'altra bestia. Il terribile leone che terrorizzava Nemea, mostro figlio di mostri, l'idra di Lerna, che si dice aiutata da Era per cancellare l'onta che l'esistenza di Eracle le arrecava, e così via. Le 12 fatiche gli furono imposte dal cugino Euristeo, a cui per decreto del fato doveva obbedire. Cosa può esserci di moderno in questa storia vecchia di millenni?
Semplice: nel frattempo qualcuno ha inventato i supereroi.
O meglio, i supereroi nascono come una versione moderna degli eroi del mito. Così scrivere oggi di Eracle non può prescindere dall'esistenza di Superman, e dall'evoluzione che questi nuovi eroi hanno avuto - e Supermam è più popolare di Eracle, da qualche generazione a questa parte. Così l'Eracle di Rubín è post-Superman, senza l'impiccio di doversi camuffare da uomo convenzionale e un po' maldestro. Se visivamente L'Eroe è figlio del fumetto supereroistico (Jack Kirby viene citato esplicitamente), ciò è vero quindi anche nei contenuti. E cresce. Da adolescente spensierato e un po' spaccone, lo ritroviamo da vecchio più simile al Bruce Wayne tormentato e logorato dal proprio fardello; troverà lungo il percorso alcuni compagni, fra cui il wonder boy Iolao, due mogli... persino una versione alternativa di se stesso!

martedì 18 marzo 2014

Una vanteria... e il bastone tonante!

Lo scorso fine settimana si è tenuto il Cartoomics, la fiera del fumetto milanese. Non mi dilungherò, perché un resoconto dovrebbe uscire sulle pagine de Il futuro è tornato come l'anno scorso. Volevo solo condividere con voi la gioia di aver riportato a casa questo:


Forse non ho insistito a sufficienza sul fatto che PK sia uno dei miei fumetti preferiti. Non potete immaginare la gioia di incontrare allo stand Panini Silvia Ziche, storica disegnatrice per le testate Disney e, nello specifico, anche di una miniserie comica all'interno di PK: Angus Tales. Una signora davvero deliziosa, la Ziche, disponibilissima a dedicare con disegno le copie della raccolta di vignette uscite su Topolino.
Questo incontro mi ha riportato indietro alla fine degli anni '90 e per una buona mezz'ora, forse più, avevo impresso in volto un sorriso ebete.
(Non credo di avere la forza di cancellare il tratto a matita.)

sabato 15 marzo 2014

Leggendo "L'Eroe" di David Rubín

Non ho conosciuto David Rubín, autore e disegnatore spagnolo, per puro caso a Lucca. Era lì a firmare una catasta di cofanetti de L'Eroe, volumi 1 e 2 già pronti prima della pubblicazione ufficiale. Era impensabile lanciarsi su un autore a me sconosciuto con un'opera così ponderosa (300 pagine sono tante per un fumetto), anche considerando che avevo già zaino e sacchetti pieni di carta. Oltretutto, mi ero dimenticato che avevo diritto a uno sconto presso Tunué. Mi sono così appuntato mentalmente di approfondire la conoscenza di questo tizio che aveva deciso di dare un nome evocativo ma, ammetterete, piuttosto vago alla sua grande opera.

L'eroe è Eracle, e questo accantona l'accusa di vaghezza. Eracle è l'eroe con la E e la L maiuscole fin dall'antichità, almeno nel mondo occidentale. Figlio naturale di Zeus e detestato da Era, è vincolato per decreto del fato a obbedire al cugino Euristeo che gli impone le famose 12 fatiche. Il primo dei due volumi racconta proprio le prime fatiche e la crescita di Eracle dall'adolescenza ai 30 anni circa. In seguito le vicende di Eracle subiscono una svolta drammatica, egli stesso diventerà un personaggio più oscuro e alcune scelte non del tutto condivisibili lo porteranno a una tragica fine...
... ma secondo alcuni Zeus gli offrirà il cibo degli Dei accogliendolo nell'allegra combriccola dei celesti.

lunedì 10 marzo 2014

Vikings!

Con l'imminente disgelo (qui non si è visto nemmeno un fiocco di neve) è iniziata la stagione delle razzie delle serie TV, ovvero il momento in cui iniziano le nuove stagioni o riprendono quelle insensatamente interrotte durante l'inverno. Una delle serie che, nonostante i tentennamenti, seguirò quest'anno è Vikings. La serie, una co-produzione di MGM e History Channel per la penna di Michael Hirst, già creatore della serie Tudors e due film su Elisabetta I d'Inghilterra (quelli con la sublime Cate Blanchett), racconta le gesta di Ragnar Lothbrok (questa la grafia usata dagli sceneggiatori, non uccidetemi), il leggendario condottiero che guidò le prime scorrerie in terra inglese.

Leggendario o semi-leggendario, poiché compare in alcune saghe ma la sua storicità è discussa o confusa con altri personaggi storici - insomma, ne so quanto voi. Tuttavia è innegabile che a un certo punto della storia inglese, quando l'isola era divisa in sette regni* (la cosiddetta eptarchia), i primi vichinghi sbarcarono sulle coste della Northumbria, inaugurando una stagione di razzie e terrore che valse loro una nomea che forse solo i Vandali si erano meritati. La prima scorreria vichinga documentata avvenne nel 793, nel monastero di Lindisfarne.

lunedì 3 marzo 2014

Italo Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore

Calvino è una delle poche persone che riesce a cavarsela con un canovaccio che per altri si trasformerebbe in uno sfoggio di virtuosismo. Se una notte d'inverno un viaggiatore è un libro di cui ho sentito molto parlare e letto molto negli ultimi anni, ma non avevo ancora trovato l'occasione giusta per leggerlo. Mi ero, anzi, procurato un altro suo libro (ancora non vi dico quale, ma ci potete arrivare) per colmare il gap, visto che fino a ieri avevo letto solo i tre fantasy de I nostri antenati e forse qualche racconto. È quindi armato di presupposti che mi sono fiondato sulla terza proposta del gruppo di lettura diretto da Start from Scratch.


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