venerdì 31 gennaio 2014

Francesco Troccoli - Falsi Dei

Recupero per l'occasione (!) una recensione già apparsa su Il futuro è tornato, blogzine di fantascienza con cui ogni tanto collaboro. Se siete curiosi, l'articolo originale include anche una breve intervista all'autore, che colgo l'occasione per ringraziare nuovamente.


Falsi Dei, secondo romanzo di Francesco Troccoli, è il proseguimento delle avventure di Tobruk Ramarren, l’uomo senza sonno. Dopo aver contribuito alla costruzione di uno stato dove rieducare le genti di Harris IV al sonno, il movimento dei dormienti ha bisogno di diffondersi nella galassia. Il Presidente Hobbes, un tempo compagno d’armi di Tobruk, ha identificato Maraar III come pianeta ideale per trovare nuovi proseliti. Viene dunque allestita una spedizione esplorativa con il beneplacito dell’Oikos delle Genti, l’alleanza interplanetaria a cui è però nascosto il vero scopo della missione. Inutile dire che Tobruk e i suoi incontreranno parecchi ostacoli, non ultimi quei temibili nemici che intendono impedire a ogni costo la buona riuscita di questa rivoluzione.

Perché ora la posta in gioco è più alta.

Maraar III è un pianeta deserto e spopolato, mentre Harris IV era un mondo giovane e ancora in fase di terraformazione. Questo repentino cambio di scenario, molto distante dal libro precedente, non è casuale e influisce notevolmente sulle atmosfere della narrazione. Siamo molto vicino ai territori del planetary romance. Il romanzo è più avventuroso rispetto al precedente, e anche più divertente. La spedizione ha a fasi alterne a che fare con popoli antichi e decaduti, tribù barbare e misteriose, provenienti da un passato in gran parte dimenticato. Il romanzo è anche una presa di consapevolezza, prima di tutto per Tobruk, ma anche di altri personaggi a cui viene qui dato maggiore spazio, per dare un nuovo senso a quella che, tutto sommato, era una prospettiva limitata.

Ci saranno dissidi, perché una causa di questo tipo non può certo essere indolore.

“Il Corpo di spedizione era partito da un mondo in cui la sola autorità superiore era quella degli uomini che lo avevano ridotto in schiavitù, ma era stato scaraventato in uno nel quale doveva fronteggiare l’ira di tutti gli dèi della storia dell’umanità.”

Le forze in campo sono le stesse di Ferro Sette. I nemici sono la fazione che, nel corso dell’espansione umana nella galassia, ha tratto profitto dalla privazione del sonno da parte delle masse e intende preservare lo status quo. Si tratta di un avversario implacabile, che opera di nascosto in seno all’Oikos e ha a sua disposizione ingenti risorse. Non è difficile scorgere la critica sociale già presente in Ferro Sette. In questo libro, tuttavia, Troccoli si spinge oltre e mira a raggiungere una generalizzazione di queste forze, quella che poco prima ho definito la presa di coscienza di Tobruk rispetto agli scopi della rivoluzione dei dormienti. Questo sforzo di sintesi, questa tensione verso il generale, è un aspetto che ho apprezzato molto. Devo ammettere che qui l’autore è riuscito a stupirmi, poiché per metà del libro ero convinto che la storia avrebbe virato verso lidi più sicuri.

“Forse era semplicemente a questo che la nostra missione si riduceva. Se avessimo sconfitto i falsi dèi degli uomini una volta per tutte, l’umanità non avrebbe più avuto bisogno che di se stessa e dei propri sogni.”

Falsi Dei è un libro autoconclusivo. Per apprezzarlo non è necessaria, anche se consigliata, la lettura di Ferro Sette. Si tratta di una lettura avvincente e avventurosa, oltre che un monito a non dare per scontato alcuni aspetti della nostra vita a cui, soprattutto in tempo di crisi, c’è il rischio di rinunciare in maniera più o meno consapevole.

Continuiamo a sognare.

2 commenti:

  1. Ti rinnovo i complimenti per questa bella recensione, senti, mi passeresti la mail di Troccoli?
    Mi servirebbe per una delle mie interviste e anche per ringraziarlo di una certa cosa.

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