domenica 20 ottobre 2013

Stormlord - Hesperia

Enea trae in salvo i suoi cari (Raffaello)
"Canto le armi e l'uomo", quel prode Enea che venne da Troia in fiamme e fondò Roma, che per un lasso di tempo non trascurabile fu capitale del mondo. Ma allora il Lazio era paludoso e selvaggio, senza contare le popolazioni perlopiù ostili che popolavano le diverse regioni della penisola. Il viaggio di Enea fu molto avventuroso, non c'è che dire. Previde, tra le altre cose, una tappa agli Inferi - ma era da mettere in conto, essendo capitato anche al vecchio Ulisse/Odisseo, che degli eroi in viaggio è il più rappresentativo (almeno, nella cultura classica).
Ma non è dell'Eneide che stiamo parlando, anche perché i miei ricordi sono lacunosi e non ho ancora dato inizio al mio percorso di recupero di alcuni grandi classici greci e latini che mi sono segnato. Stiamo parlando degli Stormlord, un gruppo extreme epic metal nostrano.

Qualcuno si sarà spaventato di fronte a questo "extreme" epic metal. Non aspettatevi quindi voci angeliche o coretti catchy, perché le coordinate di questo gruppo romano sono più vicine, soprattutto nei primi lavori, al black metal, declinato su tematiche epiche. Con il nuovo album Hesperia e il precedente Mare Nostrum, complice un piccolo cambio alla formazione, gli Stormlord hanno progressivamente abbandonato i toni cupi e lamentosi, virando verso sonorità più ricche e marcatamente mediterranee. L'uso delle tastiere, sempre in primo piano, è più orchestrale rispetto al passato e meno posticcio (passatemi il termine), tipico di quel metal sinfonico che, dagli anni '90, si è imposto come standard per alcuni generi - penso ad esempio all'ultimo studio album dei miei amati Blind Guardian. Oltre alle orchestrazioni, l'altra novità è l'introduzione di strumenti tipicamente nostrani, come ad esempio il mandolino. Delle radici estreme, quindi, cos'è rimasto? Lo stile chitarristico di alcune canzoni, ma soprattutto la voce di Cristiano Borchi, che alterna scream e growl e... beh, se questo non piace, c'è poco che possa dire.

Il nuovo Hesperia è un signor album. Il primo concept della band, interamente incentrato sull'avventura di Enea (l'avrete capito). Esperia* è appunto il nome che i Greci davano all'Italia meridionale, anche se la Guerra di Troia dovrebbe precedere di qualche secolo la colonizzazione greca - c'è di mezzo il medioevo ellenico. Dal punto di vista musicale, come si è detto, è un'evoluzione di quanto ascoltato nel precedente Mare Nostrum, che però aveva dalla sua la loro prima canzone interamente suonata in acustico, The Castaway, esperimento di cui avrei volentieri ascoltato una riproposizione, e una vera e propria hit, quella And the wind shall scream my name ispirata proprio dal vecchio Ulisse. Di contro, Hesperia è un album molto più compatto e senza cali, da ascoltare dall'inizio alla fine, dal rogo di Troia alle pire funebri di chi è morto per raggiungere Esperia.

Di video non ce ne sono molti, altrimenti avrei proposto la prima traccia o l'ultima, che forse riesce a riassumere nei suoi 9 minuti la proposta musicale degli Stormlord. Vi lascio con la penultima canzone, di cui i nostri hanno deciso di fare un video. È un brano di una certa immediatezza, che rappresenta il fardello che Enea si portò dietro: My lost empire.



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Se proprio volete, un libro ve lo segnalo. Le paludi di Hesperia di Valerio Massimo Manfredi, che racconta i ritorni meno noti da quella sciagurata guerra: uno degli Aiaci, che se ben ricordo impazzisce, il vecchio Agamennone che si avvia verso una crisi coniugale, e soprattutto Diomede. Quest'ultimo è colui che, insieme a Ulisse, è responsabile di quella faccenda del cavallo di legno, oltre che essere un personaggio divertentissimo (memorabile il siparietto dell'Iliade in cui, sciorinando le rispettive genealogie con un guerriero troiano onde evitare di scontrarsi nuovamente con un Dio, i due scoprono di essere lontani parenti e si scambiano le armi) ma maledetto. Sembra infatti che tutti gli Achei vincitori avranno problemi al ritorno, e il povero Diomede si troverà a inseguire l'ultimo degno avversario rimasto in vita, il povero Enea, fino in Lazio. Potete immaginare come andrà a finire.

7 commenti:

  1. Non li conosco! Mi sento ignorante! :(

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    1. Va detto che non è che siano famosissimi, eh! Il genere è molto particolare: devono piacerti le sonorità estreme e quelle epiche, non sempre considerate compatibili tra di loro. I primi album, inoltre, erano uno strano mix di black metal, tastiere un po' invadenti e liriche tratte da storia, mitologia e altri riferimenti culturalmente rilevanti. Con Mare Nostrum e questo Hesperia, invece, sembra che anche a livello musicale i nostri abbiano trovato una dimensione congeniale - e auguro loro tutto il successo che meritano!

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  2. ...per una mente bacata - ops, pardon ;-) - "bachiana" come la mia, questo è un po' eccessivo...
    però è interessante l'idea di "infilare" il pius Aeneas nella musica più moderna!

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    1. Sì, fa proprio piacere, tanto più che i gruppi con sonorità epiche si ispirano più facilmente alla mitologia nordica o germanica! Purtroppo, questa canzone è la meno adatta a complemento di quanto ho scritto, ma c'è davvero il Mediterraneo in quest'album.

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  3. dopo Wagner (che dopo 10 minuti di ascolto ha effetti lassativi) qualcuno ha cantato il Nibenlungelied? O l'Edda di Snorri?
    Con distorsori&C?

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    1. La celebre cavalcata è stata suonata dai Domine, un gruppo toscano. Altri esempi analoghi non ne conosco, ma a livello di tematiche di posso citare i Doomsword, che tuttavia hanno parlato anche di Celti e altri popoli (anche inventati).

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  4. adesso provo a "fare un giro virtuale", grazie!

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