sabato 29 giugno 2013

Addio, Margherita

Oggi è morta Margherita Hack.
Si rimanda al web per le note biografiche e i contributi scientifici, alle librerie per i suoi scritti. Vogliamo ricordarla come astrofisica, divulgatrice e attivista. Ho avuto il piacere di ascoltarla dal vivo in un dibattito sulla... oddio, cos'era? La laicità della scienza, o qualcosa di simile. Mi colpì per la forza delle sue convinzioni e l'autorevolezza costruita con lunghi anni di militanza nella società civile.
Era un personaggio pubblico di prima categoria, in grado di ispirare i giovani e meno giovani e avvicinarli alla scienza.
In molti la ricorderemo con affetto.

Ringrazio i ragazzi di Feudalesimo e Libertà.
(La vignetta è satirica. Lei non si sarebbe sentita offesa, anzi, ci avrebbe riso sopra. Così voglio ricordarla, con un sorriso e senza piagnistei.)

lunedì 24 giugno 2013

La Ruota del Tempo, III parte


I personaggi sono molto importanti nell'economia di una storia, perché creano un legame emotivo con il lettore, che può gioire o soffrire come se si trovasse ad affrontare le stesse prove. Per questo i personaggi devono essere vivi, credibili e interessanti. Se ho imparato qualcosa leggendo fantasy, è che non basta creare un mondo pieno di mirabolanti effetti speciali per rendere interessante una storia; a volte non è nemmeno necessario. Jordan ci riesce? Posso solo dire la mia. Sebbene egli non sia né un innovatore né un imbrattatele - quelli che "dipingono con le parole", è riuscito a mettere in piedi un cast solido e rispettabile. Ci sono stati momenti, nei libri centrali (dal settimo al decimo) in cui ho pensato di abbandonare la lettura perché troppo prolissa. Mi hanno trattenuto due fattori: la scommessa che, nonostante le lungaggini, si sarebbe arrivati alla conclusione e l'affetto che nutrivo per alcuni dei protagonisti.

The Wheel of Time ha un numero di personaggi da capogiro: oltre 2000, includendo anche coloro che saranno dimenticati nel giro di due paragrafi. Alto è anche il numero di narratori, poiché la storia è raccontata da svariati punti di vista. Se però vogliamo ridurre al nocciolo il novero dei protagonisti, isolandoli per importanza nella trama principale, arrivo a contarne quattro, tutti provenienti dallo stesso villaggio.

venerdì 21 giugno 2013

Un caffè!

Mi sono ritagliato qualche giorno per skippare l'esaurimento.
Si cospira meglio offline.

Buona estate* a tutti!
(Io intanto bevo un caffè, che il bel tempo non dura in eterno...)



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*
No, non era banale. Il solstizio non cade sempre lo stesso giorno...
Tra parentesi, questo sarebbe il 200mo post. Non so se sia il caso di festeggiare, io lo dico.

martedì 18 giugno 2013

Paranoia & ebook

Ecco, il fatto è che ho appena finito di leggere uno di quei libri. Non ho molta voglia di scrivere il terzo (e ultimo) post su Jordan, per cui spero mi perdonerete.
Il fatto è che già sapete come mi sento in questo periodo.
La musica non c'entra nulla.
Forse è solo l'estate, con tutta la sua ritrosia (prima) e possanza (in questi giorni).
No, non è la paranoia. Quella arriva subito, giusto il tempo di andare a recuperare una citazione...


Eccola, la paranoia.
Il libro è Little Brother di Cory Doctorow*. Non mi spreco a parlarne perché pensavo di scriverne una recensione per la blogzine di fantascienza con cui collaboro. È uno di quei libri che ti aprono gli occhi, che ti spingono a pensare  diversamente, che vorresti aver letto in età scolastica - ammesso di essere abbastanza svegli. Parla di libertà e lo fa lungo una retta che da 1984 di Orwell va fino a CISPA e Prism, e alla lotta al terrorismo.
È un libro per ragazzi, dovrebbero farlo leggere a scuola. Davvero. Impressionante, tra questo e l'altro, quante cose possano insegnare a un aspirante adulto i libri per ragazzi.
Ci torneremo.

Volevo anche spendere due parole sul progetto 3Narratori. Non è morto. Avanza lentamente, ma avanza. Stiamo lavorando su tre fronti; quello principale è l'editing, a rilento ma non per colpa degli autori (disponibilissimi). Speravo di poterlo pubblicare prima dell'estate, ma dubito che nei prossimi 3/4 giorni riusciremo a finire tutto.
C'è da pensare alla copertina.
Alla prefazione, brr...
... e ci sono tutta una serie di dettagli a cui non avevo pensato all'inizio! ^^
Insomma, sarà un'uscita estiva, da leggere sotto l'ombrellone - oppure, alla peggio, al rientro.
Insomma (e 2), siamo vivi e stiamo lavorando.

Cosa c'entra questo con la paranoia?
È ancora presto per rivelarlo, per l'intanto voglio condividere un piccolo pensiero che mi è venuto in mente, alla faccia di chi ritiene che non si debba discutere di politica.

2+2=4.


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*
Non cercatelo in italiano, con l'insignificante titolo "X". Lo trovate sul sito dell'autore, scaricabile gratuitamente sotto licenza CC.
Docrotow è uno dei nostri.

venerdì 14 giugno 2013

All'inferno Savoia!

Voglio ora prendermi una piccola pausa dall'estenuante "dossier Jordan" per dedicarmi alla promozione di un piccolo ebook. Io ho finora presentato ebook autoprodotti e liberamente scaricabili. Questo è il primo primo titolo che ha u
E, incidentalmente, mi ero dimenticato di inserirlo nelle anticipazioni.


Qui si va a vapore o si muore


Mi è già capitato di scrivere di Alessandro Forlani, vincitore dei premi Urania e Kipple per il suo I Senza-tempo, che a suo tempo mi era piaciuto parecchio, vuoi per lo stile vuoi per la storia in sé e la critica sociale piuttosto marcata. Se però pensate che "cachinno" sia una parola da editare senza pietà,  lo stile potrebbe non piacervi, e se vi basta scorgere un Panzer per accusare un autore di filonazismo*, vi consiglio di starne parimenti lontani.
In tutti gli altri casi, potete proseguire.

All'inferno Savoia! è una raccolta di cinque racconti di dignitosa lunghezza, tre dei quali apparsi nella precedente raccolta Qui si va a vapore o si muore, edita per la defunta Pyra edizioni, e un quinto facente parte dei racconti che integravano I Senza-tempo. Il tutto riesumato e confezionato da Kipple Officina Libraria, con l'aggiunta di un inedito.

mercoledì 12 giugno 2013

La Ruota del Tempo, II parte


I Fiumi Gemelli, abbiamo detto. Uno sguardo alla mappa, viene subito da pensare alla Terra di Mezzo, con i Fiumi Gemelli al posto della Contea e il Tenebroso che dimora a nord anziché a sud-est*. Quando stavo ancora leggendo L'Occhio del Mondo, credo di aver presentato a un amico questa saga come "Il Signore degli Anelli ma con le nazioni". La seconda cosa che balza all'occhio, mantenendo il professor Tolkien come unico riferimento, è che la mappa ha dei confini al suo interno. Questa scelta, sconsigliata su tutti i forum in cui si discute di come non dovrebbe essere una cartina fantasy, permette di avere fin da subito l'impressione che questo mondo sia molto più popoloso - e bellicoso. Già, perché se non c'è un unico Re o Imperatore a rivendicare il controllo del mondo, è chiaro che prima di combattere il Tenebroso il nostro futuro Drago rischia di finire nel mezzo di una guerra.

Per fortuna Jordan non è Martin e nei 14 libri viene lasciato davvero poco spazio alle scaramucce di confine. Ci sono però situazioni pericolose, soprattutto quando c'è qualcuno che si proclama Drago. Soprattutto se è un falso Drago. I giovani dei Fiumi Gemelli lasciano la loro oasi isolata e felice per affrontare il mondo, libro dopo libro. I reami attraversati hanno differenze culturali e caratteristiche proprie, credo che valga la pena di mostrarvene qualcuno. La premessa, doverosa, è che anche qui si prosegue sul solco della tradizione europeo-medievale, sia nelle modalità di combattimento sia nello stile di vita - ma senza una vera e propria religione.

lunedì 10 giugno 2013

La Ruota del Tempo, I parte



Il genere fantasy è comunemente associato a trilogie, o comunque cicli di più libri che seguono una stessa storia o le avventure di uno o più eroi. Lasciando un attimo da parte la trilogia, divenuta quasi obbligatoria dopo il successo del professor Tolkien, si ha l'impressione che certe storie non sia soddisfacente rinchiuderle negli stretti limiti di un romanzo. Quella scritta da Robert Jordan è una delle opere più imponenti da questo punto di vista. 14 libri, per un totale di quasi 12000 pagine in 23 anni di pubblicazioni. Lì in mezzo c'è anche la morte dello scrittore. Gli ultimi tre volumi, in origine pensati come un unico mastodonte, sono così stati completati grazie a Brandon Sanderson, astro nascente del fantasy, e agli appunti lasciati da Jordan prima di lasciarci.

Di simbolismo ce n'è a bizzeffe
The Wheel of Time è la storia del nostro mondo in un'altra epoca, un epoca in cui, a seguito di un cataclisma avvenuto 3000 anni prima, l'umanità ha costruito i suoi regni in attesa di una nuova guerra contro le tenebre. Il Tenebroso (Dark One), entità maligna che corrompe il mondo, al termine di ogni era si scontra con il campione della Luce, ovvero il Drago. È bene notare che, mentre il Tenebroso è un'entità esterna alla Tessitura (Pattern), ovvero la trama che lega i fili del mondo e degli uomini, il Drago viene eletto tra gli uomini. La Luce è invece un'entità astratta, che non prende mai forma in un qualche tipo di divinità; è la Ruota a tessere i destini degli uomini, ciclicamente epoca dopo epoca. Nonostante non ci sia una vera e propria religione, molti dei popoli hanno una loro spiritualità. L'opera ne è intrisa, dato che uno dei presupposti della Ruota del Tempo è che le anime dono destinate a reincarnarsi, perlomeno quelle che sono a essa legate. Il Drago, al di là del suo destino, ha il potere di influenzare direttamente la Tessitura da cui è scaturito, e così è anche per altre persone chiamate Ta'veren.

venerdì 7 giugno 2013

Anticipazioni #11


Oggi (ma anche ieri) ho un fastidio tremendo all'occhio sinistro. Ieri lacrimava di continuo, oggi un po' meno ma ha ripreso. Credo si anche colpa del sole, che mi fa sforzare le palpebre più del dovuto. In ogni caso, pur non avendo seguito nessuno dei consigli - a malincuore, non metterò la pezza nera da pirata - confido di riuscire a sopravvivere fino a stasera.
Sursum corda.
Ecco pertanto i prossimi post:
  • La benedetta retrospettiva su The Wheel of Time di Robert Jordan,
  • Recensione di in libretto molto caruccio di Jasper Fforde,
  • Disquisizione randomica sui libri e su cosa ha senso che ci stia dentro
Ecco detto. Questa probabilmente sarà l'ultima programmazione prima dell'estate, il che non significa che smetterò di scrivere ma che smetterò di fingere di essere in grado di mantenere un palinsesto. Perché proprio ora? Perché di estate soffro tantissimo il caldo, la luce, dormo poco, quest'anno dovrò lavorare - addio mesi e mesi di dolce far nulla - e ho notato che ai miei post accadono due cose:
  1. diventano più lamentosi,
  2. l'altra cosa non la ricordo già più, comunque accade!
Queste considerazioni, unite al fatto che vorrei riuscire a parlare un po' più spesso di libri, e per farlo devo essere allineato con quelli che leggo al momento (per esempio abbattendo i tempi tra lettura e post), mi fanno propendere verso questa decisione.
Almeno fino a settembre (o fino a quando non cambierò idea).

Ricordo infine che da pochissimo potete seguirmi anche su facebook! Oddio, seguirmi è una parola grossa. Diciamo che non usate un aggregatore di feed RSS, è un modo come un altro per vedere quando pubblico un post.

Sì, nonostante abbia appoggiato CISPA.

martedì 4 giugno 2013

Confessione di un musicopatico

Se ve lo stavate chiedendo, è Tempest Gale
Non so se si possa dire, ma credo di essere musicopatico. E se non si può dire, ormai l'ho detto. Nel senso che la musica mi coinvolge emotivamente, alla pari accompagna e guida i miei stati d'animo, e talvolta ciò va ben oltre il modo in cui sono posizionate le note una dopo l'altra.
Ci sono canzoni per la rabbia, in tutte le sue gradazioni.
Ci sono canzoni per il pianto e il sorriso.
Canzoni per sognare.
Canzoni per la speranza.
Canzoni per la rivoluzione.
C'è persino una canzone che mi fa passare il mal di testa!
Naturalmente non succede con ogni canzone, ma solo con quelle con cui ho instaurato un certo legame. Per esempio, c'è una canzone dei Modena City Ramblers, affatto triste, che invece mi riempie di malinconia. Ci sono anche canzoni di cui mi sono innamorato, in particolari momenti della vita. Queste canzoni sono le più care, ma non le ascolto troppo spesso per non guastarne l'effetto - e, no, non ne elencherò nessuna.
Insomma, ho un discreto bagaglio di brani e so, fin dalle prime note, se ciò che sento è adatto al momento o se è piuttosto il caso di fuggire e concentrarmi su altro. So anche cosa evitare di fare, dato che è capitato già un paio di volte di associare un disco a un libro e non riuscire più a separarli, nel bene o nel male.
Quando sono giù, cerco qualcosa che dia la carica, ma dal lato giusto.
Quando sono su, qualcosa di spensierato.
Quando sono a metà, il più delle volte, quel che passa al convento. Il mio lettore mp3 offre poche sorprese, è già ampiamente esplorato, e so come usarlo.
Non ho paura di usarlo.

domenica 2 giugno 2013

Digressioni orientali

Stavo riflettendo sulla prossima avventura di Kassir, la prima da potersi definite tale, dato che i due racconti finora pubblicati hanno il respiro di uno spot pubblicitario. L'idea alla base è molto semplice: rivoltare tutto, buttare via la premessa e potenziare un po' il lato avventuroso della faccenda.

Non chiedetele di sposarvi!
In una pausa tra le mie elucubrazioni, ho ultimato la lettura di Dark Agnes, donna di spada, volumetto edito da Elara che riporta cinque racconti di due dei personaggi meno noti usciti dalla penna di Robert E. Howard. Mi fa un po' strano iniziare qui la mia conoscenza dello scrittore che ha creato personaggi ben più conosciuti, come il buon Conan. I cinque racconti sono di ambientazione storica, con qualche contaminazione fantasy bene inserita nel contesto. Dark Agnes è una donna che per fuggire a una realtà di oppressione al servizio del padre padrone e del disgustoso marito che gli ha procurato, fa una carneficina e diventa un'avventuriera. Un personaggio insolitamente lontano dagli stereotipi del genere, che però non riuscì a pubblicare (forse anche per questo nel terzo racconto fa capolino la magia). 
Diverso discorso per Cormac FitzGeoffrey, guerriero
Ditemi se non fa paura.
irlandese che si reca in Outremer dopo la fine della terza crociata. L'Irlanda non era un posto pacifico, tra dispute feudali e incursioni vichinge, così Cormac cresce come un barbaro votato alla battaglia e la sua insegna è un teschio dipinto di bianco.
Mentre Agnes è uno degli ultimi personaggi di Howard, Cormac visse immediatamente prima della comparsa di Conan - ed è abbastanza monolitico, con una sola espressione e una propensione a falciare uomini. L'ambientazione di Outremer è evocativa ed esotica. In quelle terre si sono avvicendati i popoli più disparati, fin dalla notte dei tempi. È una terra di sangue e leggende. Sangue, soprattutto.

Così, senza nessun motivo apparente, qualcosa è scattato e sono indeciso sul brano da allegare per completare il post. Qui subentra una certa indecisione, come al solito, e fra i tre ho scelto il gruppo meno... orientale. Il cantante però è norvegese, e Cormac è gaelico-normanno.
Misere scuse, lo so, ma questo passa al convento!


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