domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua!

Nonostante non sia solito fare auguri per le feste, trovo che sia l'occasione buona per sgranchirmi un po' le dita. Auguro dunque tutto l'augurabile a chi festeggia, e anche chi si gode una bella domenica senza il fantasma del lunedì lavorativo.

Personalmente, sono indisposto dal fatto che l'ora legittima diventa da oggi illegale, manigolda, pirata. Avremo giornate sempre più lunghe e io sarò sempre più stanco. La gente vuole il sole, il mare, e così attende con ansia la prossima, maledettissima estate. Però, poiché essere meno negativo sul tema è uno dei miei propositi per il 2013, cercherò di essere più speranzoso. Dopotutto, se piace a tutti forse c'è qualcosa che va oltre l'isteria collettiva...

Vediamo quindi di tornare in pista e di scambiarci qualche dolcezza.
Inizio io.

Immagine di kidchuckle

Bello, vero? Scommetto che l'uovo zombie non l'avevate ancora visto.
La vendetta dei pulcini!

Il prossimo, invece, l'ho visto per caso. Conosco una persona che sicuramente lo desidera - mi spiace, ma posso solo mostrarlo. Ecco, è per te.

Immagine di Ashqtara

giovedì 28 marzo 2013

Challenge accepted! (E un meme...)

No, lei non c'entra!
Missione di difficoltà moderata: prendere una manciata di appunti, rimestarli e produrre un raccontino di circa 7/8000 battute per un concorsino. Scritto a tecnica mista, perché non vogliamo farci mancare nulla - ma non mi spaventa, l'ho già sperimentata.
Protagonista estremamente atipico, secondo i miei standard.
Nome impronunciabile.
Deadline che più dead non si può!

Anche perché qualcuno mi faceva notare che qui, pur parlando di scrittura, si scrive assai poco...

Per cui, la programmazione è dolorosamente sospesa. Da qui al 10 aprile, data fino a cui potete ancora partecipare al mio piccolo contest*, avrò anche da portarmi avanti con la lettura e scrivere il mio capitolo per 2MM:N, che casualmente dovrebbe uscire in quei giorni. Ci saranno giorni più tranquilli, per parlare di temi seri e...

... ed è inutile farla lunga, mi sono beccato di nuovo il Liebster! (Anzi, due, cfr sotto.)
Ma si può?

Si può.

Io mi ero ripromesso di non pubblicarne per un po', quindi non seguirò le regole per filo e per segno. Le seguirò solo per segno, rispondendo alle domande che mi ha rivolto Lady Simmons.

lunedì 25 marzo 2013

La ricerca del nome perfetto

Ricerca infinita?
Parliamo di personaggi, dei loro nomi e di come attraverso una scelta apparentemente semplice si possa mandare in palla il lettore.

Nella chiusa di un vecchio post su Gnomolandia, accennavo ai maledetti nomi. Maledetti, perché trovare buoni nomi è difficile. In passato, la mia storia fantasy si dipanava tra località amene tipo Elgar, Amul e Kazaman - una di queste è presa in prestito, a meno di una "d". La tentazione di scegliere nomi a caso è forte. Poi la soluzione più semplice è tramutarli in El'gar, Amŭl e Khazamaan, dall'aspetto decisamente più esotico, o adottare soluzioni analoghe. Nessuno, ovviamente, sa come pronunciare l'apostrofo, ma questo sembra non essere un problema per gli autori fantasy.

Ora, ho parlato di luoghi e per i personaggi spesso si vedono soluzioni simili. Il problema, nella letteratura d'immaginazione, è che questo modo di procedere è fallimentare. Già ai tempi di Tolkien c'era chi, non ne dubito, si lamentava perché "ci sono troppi nomi". Troppi o troppo difficili. E Tolkien, badate bene, non è facile. Lui le saghe nordiche le aveva studiate a lungo, aveva anche creato un linguaggio! In troppi hanno saccheggiato la sua opera, con lo stesso risultato di quando si canticchia un brano in una lingua sconosciuta.
Lo abbiamo fatto tutti.

I nomi possono avere un significato, suggerire qualcosa a chi legge. Così Frank Herbert in Dune ci presenta il duca Leto Atreides e il barone Vladimir Harkonnen, i Fremen (Stilgar, Chani, Liet)... e tutta la paccottiglia imperiale. Il mondo di Dune è suddiviso in zone ben definite, grazie anche alla peculiare situazione astropolitica, che vede un Impero suddiviso in casati nobiliari, salvo poche ma potenti organizzazioni non governative. Non scompare il gusto esotico, in questo lontano futuro, ma sembra avere un senso. Il mentat degli Atreides  si chiama Thufir Hawat, mentre quello degli Harkonnen Piter de Vries.

giovedì 21 marzo 2013

Giusto per non far passare troppo tempo...

... fra un post e l'altro, un piccolissimo omaggio alla primavera:


Per inciso, quanti di voi sapevano che quest'anno l'equinozio cade il 20, anziché il 21? Che gli equinozi  (e i solstizi) ballano si impara alle elementari, ma si dimentica presto. Il calendario che usiamo è impreciso, non è un caso se ogni quattro anni si scopre che c'è un giorno in più! Astronomicamente parlando, ciò è dovuto al fatto che il periodo di rivoluzione e il periodo di rotazione terrestri non sono fra loro commensurabili. In altre parole, ogni anno saltano fuori 6 ore bonus. Quasi. L'anno bisestile è solo una delle correzioni apportate, la più frequente. La cruda verità è che il periodo di rivoluzione e il periodo di rotazione terrestri sono fra loro incommensurabili.
Tornando alla primavera, leggo su wikipedia che dal 2000 al 2020 sono in realtà solo due le occorrenze del solstizio al 21. Mi stupisce quindi il fatto che ci siano moltissime persone convinte che la primavera inizi sempre lo stesso giorno - quello sbagliato!

È impressionante quante cose si imparano, per poi scoprire di averle già incontrate ai primi anni della scuola dell'obbligo.

martedì 19 marzo 2013

Cybook Odyssey HD Frontlight

Alla fine ho scelto.
Nonostante gli ottimi consigli, e le ottime recensioni che si trovano in rete, ho preferito fare di testa mia e ho preso un Bookeen Cybook Odiyssey HD Frontlight.
È un nome che fa sentire importanti.

La custodia ha un costo spropositato, ma è pratica e molto bella!

Sono molto soddisfatto dell'acquisto. L'Odyssey è una spanna e mezza sopra il mio precedente lettore, sotto tutti gli aspetti. Lo schermo è più spazioso, un pollice in più, la definizione più alta. L'interfaccia touch è sufficientemente reattiva, ma posso cambiare pagina mediante due comodi tasti vecchia maniera, ai lati dello schermo.

L'uso dei dizionari è immediato e intuitivo. Si tratta, in effetti, di wikizionari, meno completi di quelli proprietari. In particolare, il dizionario EN-IT è ancora molto acerbo, nonostante sia una delle prime funzionalità a cui si appoggia, presumibilmente, chi vuole iniziare  a leggere in lingua originale. Penso valga lo stesso per gli altri dizionari di traduzione, mentre i monolingue IT, FR e DE (ma anche EN, che non è installato ma si può scaricare) sembrano più maturi.

Ci sono tante altre funzioni che vorrei provare. Il market, per esempio, anche se ho scelto il Cybook proprio per non cadere in tentazione. Anche il reflow dei PDF, anche se non ne ho molti da leggere. Il wi-fi, collaudato e funzionante, conto che non mi distragga troppo! È possibile sia l'accesso al negozio on line di Bookeen sia la navigazione con Webkit, il browser di Android.

In ogni caso, per maggiori informazioni trovate le specifiche qui.

La leggibilità è ottima, ed è la cosa più importante. Il miglioramento rispetto al mio vecchio Opus non è apocalittico, ma si sente.

L'utilizzo è semplice e intuitivo, si impara in due minuti scarsi. L'interfaccia è più monolitica rispetto ad altri modelli, ma anche più stabile. Posso però testimoniare che sono riuscito a farlo crashare dopo 20 secondi, come destino per chi si diverte a esplorare tutti i menu a caso. Ci tengo a precisare che non ho più avuto problemi, con nessuna delle funzioni finora provate.

L'illuminazione è la vera novità di questo Odissey. La ritengo un notevole passo avanti. Non affatica gli occhi, perché non si tratta di retro-illuminazione, ed è uniforme, nonostante le caratteristiche macchie scure che comunque non disturbano al lettura. La scala di intensità è fin troppo ampia, dato che io mi fermo a due tacche. L'Odissey sarà l'ideale compagno per le serate solitarie, o tutte le volte che il dannatissimo treno deciderà di bloccarsi in galleria a luci spente.
Come oggi.

Ora vado a leggiucchiare gli ultimi racconti pervenuti per il contest 3Narratori che, ricordo, scade al 10 di aprile. Auguro a tutti voi buone letture, digitali e non!

venerdì 15 marzo 2013

Vite parallele #1: Il racconto artistico

Prima di cominciare, vorrei spendere due parole sul significato di questa rubrica.
Le Vite Parallele di Plutarco è un'opera storica che contiene le biografie di alcuni importanti uomini del passato. Plutarco sceglie di abbinare la vita di un uomo di epoca romana a un uomo dell'antichità, con cui si possa ravvisare una somiglianza. Abbiamo così i condottieri Alessandro e Cesare, gli oratori Demostene e Cicerone, e così via. Con la scelta di questo titolo voglio omaggiare, da bravo nano, un'idea felice e provare a tracciare un parallelo fra opere che ritengo abbiamo punti in comune.


Il gioco lugubre di Paco Roca

Nel 1936, in Spagna si preparava il colpo di stato e la conseguente guerra civile. Jonás Arquero si reca al villaggio di Cadaqués, in Catalogna, per fare da segretario al pittore surrealista Salvador Deseo - che altri non è che Salvador Dalí. Fin da subito i locali si mostrano ostili nei confronti dell'artista e incitano il giovane Arquero a lasciare subito l'impiego. Lo stile di vita eccentrico di quest'ultimo sembra terrorizzarli, o forse c'è di più. Arquero tuttavia inizia il lavoro, conoscendo il pittore e la compagna Galatea, nonché alcuni ospiti tedeschi. Conosce anche la figlia del locandiere, ma l'ostilità del padre rende quasi impossibile rivolgerle la parola. All'inizio, il giovane non nutre dubbi che quella dei paesani sia solo superstizione, ma pian piano si trova egli stesso vittima di suggestioni e sogni a occhi aperti. Deseo è noto per cercare le sue visioni senza l'uso di sostanze allucinogene, come altri colleghi, ma tramite metodi alternativi, per esempio strofinandosi gli occhi per ore al buio. Così, quando Arquero si rende conto di essere invischiato nel mondo onirico del pittore, decide di fuggire con la sua nuova amica, ma scoprirà che dietro la paura dei paesani si cela l'orrore stesso di cui Deseo è artefice e da cui la sua arte trae ispirazione.

Il gioco lugubre è un fumetto di circa 50 pagine dello spagnolo Paco Roca. Per non tediarvi, rimando alla presentazione del solito Nick, che ne propone anche un'intervista.

mercoledì 13 marzo 2013

Anticipazioni #8

Bando ai preamboli, a voi i prossimi argomenti:
  • Si parte subito con una nuova rubrica, il cui nome è preso in prestito da un grande storico dell'antichità: Vite Parallele. Il primo giro è gratis, poi si vedrà!
  • Chi è normale? Dato che sono stufo di essere frainteso, vediamo di chiarire il significato di questa parola tanto semplice quanto insidiosa.
  • Se la sorte mi sorride, qui potrebbe capitare il prossimo racconto del giovane pastore Kassir. Tra il dire e il fare c'è di mezzo una pesante revisione, ma sono fiducioso di riuscirci.
Ecco, qui mi fermo. C'è un post a sorpresa che balla, ma conto di inserirlo in caso abbia bisogno di prendere tempo.
Nel frattempo, vi lascio con la raccomandazione di fare ogni tanto un giro su Il futuro è tornato! Mi sono deciso a inserire un piccolo banner di lato, per dare la giusta visibilità. Prima o poi verrà il momento di fare qualche pulizia, un leggero riordino e, chissà, capire un po' meglio come impostare la navigazione nel blog...
Ma questo discorso è incidentale - cliccate sul link per leggere una mia recensione in esclusiva!

lunedì 11 marzo 2013

Oz the Great and Powerful

Sono un maledetto romantico.
L'altra sera sono andato a vedere Il grande e potente Oz di Sam Raimi. Chi mi segue da un po' sa che sono vittima del fascino del mondo creato da Lyman F. Baum, anche se nei libri, se posso dirlo, ci sono alti e bassi - alti piuttosto alti e bassi molto, molto profondi. Una delle parti peggiori è quando, nel quarto, noiosissimo libro, Dorothy incontra nuovamente il Mago e si fa raccontare la sua storia. Ora, Baum aveva due problemi. Il primo, facilmente risolvibile, era la strana coincidenza che Oz fosse sia il nome del regno sia quello del suo governante. La seconda, più difficile, era ritrattare il fatto che Oz, al suo arrivo, avesse venduto la legittima principessa - Ozma, che avete visto nel cupo film del '72 - al miglior offerente, impadronendosi del trono.
Ora, il mago è sostanzialmente un personaggio buono. Inganna i suoi sudditi, ma non fa male a nessuno e, anzi, sembra in grado di mantenere la pace nonostante abbia contro due streghe malvagie. Lasciando un attimo da parte il fatto che ci siano altre due streghe buone, egli è un eroe. Per questa ragione, sono felice che Sam Raimi abbia ignorato quanto scritto da Baum. Questo film, salvo alcuni ritocchi, è da considerarsi un prequel del classico del '39.
Over the rainbow, ricordate?

Lo aspettavo da un anno.
Il trailer prometteva bene, ma i trailer sono ingannevoli e troppo, troppo avevo paura che la magia si rovinasse, come successo con l'Alice di Burton. Sono felice di rivelarvi, che non è andata così e che Il grande e potente Oz è un film che ho amato in ogni singolo fotogramma.
Così, dato che parlarvi della trama sarebbe un insulto al fanciullino che è in voi, vi parlerò un pochino dei personaggi, con l'accortezza di non rivelare più del dovuto.

domenica 10 marzo 2013

3Narratori - bollettino 2/3

Qui non siamo disfattisti
Il bollettino esce oggi, a due terzi del percorso. Vediamo insieme cos'è cambiato*:

Racconti: I racconti pervenuti salgono al mirabolante numero di 4! In realtà, è più o meno quello che mi aspettavo a questo punto. Anzi, i tre racconti pervenuti nel primo mese sono stati una bella sorpresa, ma credo che sia iniziato l'ultimo rush in cui gli interessati possono rifinire i loro testi. C'è ancora un mese, chi ha perso il conto dei giorni si segni il 10 Aprile sull'agenda!

EBook: Coadiuvato dalla mia graziosa assistente, ho testato tre soluzioni per realizzare l'agognato ePub. Una l'ho scartata, le altre due sono l'utilizzo del plugin writer2epub e la composizione diretta su Sigil. Nel primo caso è più semplice formattare il testo secondo i miei desiderata, ma il rischio è di "sporcare" il codice. Sigil permette un controllo puntuale, ma implementare gli stili è una cosa che devo ancora imparare. Il risultato sarà comunque prodotto con una di queste due strade. Quanto ai formati, inizierò a informarmi su come realizzare il maledetto mobi. Immagino che Calibre non sia la soluzione migliore, che dite?
Ho scelto anche il font, che oltre a piacermi è rilasciato con una licenza aperta, ma sono indietro con la copertina. Ho sempre rimandato, pensando che fosse prematuro - preferirei avere la certezza di qualche partecipante in più. La mia idea era di coinvolgere qualche illustratore emergente, se avete qualcuno da sponsorizzare potete rivolgervi alla solita casella di posta elettronica!

Il mio contributo: È in alto mare. Ho due bozze, una delle quali in verità è un vero e proprio racconto, non lunghissimo, ma di certo non una cornice. L'altra idea è ancora in fase embrionale. Non so, alla fine, quale forma prenderà il mio piccolo contributo. (Dico "piccolo" perché sarà breve, ma spero piaccia!) Su questo mi consulterò con gli altri componenti della giuria.
In ogni caso, questo è un elemento marginale. L'importante sono i vostri racconti, perché come diceva un commentatore questa è l'occasione per confrontare differenti immaginazioni.

Ricapitolando, siamo quasi alla fine. Chi ha un racconto da presentare, ha un dignitoso lasso di tempo per le rifiniture. Chi invece ha solo un'idea, non dubito che riuscirà a metterla per iscritto prima della fine.
Siete pronti? En garde!


giovedì 7 marzo 2013

La fabbrica delle idee

Non sono uso parlare di scrittura, su questo blog. Forse dovrei farlo, dato che ho parlato dei miei scritti, senza peraltro mostrarveli, e persino pubblicato qualche breve racconto. O forse dovrei passare oltre, dimenticandomi di averlo promesso nelle anticipazioni. No, non si fa! Non lo farò - passare oltre - perché l'argomento è facile, stimolante e ricco di esempi.


Chissà, potrebbe tornare utile a chi volesse cimentarsi nel contest letterario 3Narratori.
Vi esorto a non essere timidi!


Cosa sono le idee?


Nell'antichità si credeva che esistessero delle entità divine o semidivine con il potere di ispirare gli artisti, le muse. Chi ha seguito la puntata precedente si ricorderà che non è prevista una musa per la narrativa, per cui l'aspirante scrittore è lasciato un po' allo sbaraglio.

Le idee sono parte di quello che un libro definisce il "lavoro morbido", ovvero una parte significativa del processo di scrittura. Il "lavoro duro" si riferisce all'attività di scrittura propriamente detta, con l'inchiostro (o i bit). Si tratta di due fasi molto importanti, nessuna delle quali può prescindere dall'altra. Ok, questo era ovvio? Forse no. Sono cose che vengono insegnate nella scuola dell'obbligo, ma non si riflette mai abbastanza sull'importanza del lavoro morbido. Non si tratta, come si potrebbe pensare, di annotare uno spunto sul foglio, pronti e via! Si tratta di un processo che può raggiungere un grado di complessità elevato, a seconda che vi consideriate, secondo l'analogia proposta da George R. R. Martin, architetti o giardinieri. In altre parole, se prima di mettervi a scrivere preparate una outline dettagliata, le schede dei personaggi e conoscete fin dall'inizio l'esatta consequenzialità degli eventi, oppure se preferite muovervi liberamente all'interno di paletti, tutto fuorché inamovibili.
Di questo ne parla Aislinn qui.

lunedì 4 marzo 2013

Acquistare un eReader?

La faccio breve: il mio eReader sta morendo. Si tratta di un Cybook Opus, acquistato tre anni fa a un prezzo esorbitante, fortunatamente per metà fu un regalo. Oggi costa molto poco e lo considero uno dei migliori in commercio proprio per la sua semplicità. In realtà l'ho usato a pieno regime solo negli ultimi due anni, perché prima ho dovuto vincere una diffidenza istintiva, poi accantonata, e l'arretratezza dell'Italia su questo fronte. Oggi le cose vanno meglio, ci sono molti più modelli e a prezzo inferiore, e sono sorti editori digitali e negozi dove acquistare eBook.
Solo che dopo tre anni e alcuni urti il mio gingillo, che già aveva due piccole zone grige, ha deciso di mostrare delle fastidiosissime righe parallele che rendono la lettura irritante. Inoltre, uno dei due pulsanti per voltare pagina ogni tanto smette di funzionare - per poi riprendere, inspiegabilmente, anche a distanza di un mese! Insomma, sto pensando seriamente al pensionamento prima di rimanere senza a metà del libro che sto leggendo.

Cosa comprare?
Ora, il mio dilemma è semplice: punto sull'economico o sulla qualità? Perché di mio sarei indirizzato a prendere ancora un Cybook, della francese Bookeen, lontano da brand scomodi e fin troppo pubblicizzati. La scelta cadrebbe sul modello Odissey, la nuovissima versione con luce incorporata (qui). Lati negativi, wifi e touchscreen. Lati positivi, i reader della Bookeen hanno, oltre all'interfaccia touch, dei comodi pulsanti laterali per voltare pagina. Graverebbe sul prezzo la necessità di acquistare anche una custodia protettiva, che con l'Opus era incorporata ma nessuno lo fa più.
L'alternativa è puntare sul più economico Kobo Glo (qui). La convenienza sta principalmente nell'economicità, nonché nel fatto che avendo un account Kobo ridurrei di molto gli inconvenienti con i DRM. Però non del tutto, perché non mi piace l'idea di una libreria nuvolosa senza backup - se pago, esigo di non essere trattato come potenziale ladro!

venerdì 1 marzo 2013

A caccia di streghe!

Ecate, divinità lunare e psicopompa
Mi sono molto divertito leggere le vostre preferenze in materia. Quello della stregoneria è un problema storico di non poco conto, principalmente per due motivi: perché è un fenomeno di lunga durata, che non si esaurisce in un periodo circoscritto e ben definito, e per la difficoltà di attingere a fonti affidabili. Lo stesso termine "strega" è una definizione estremamente generica, come vedremo, e nel ricco folclore italiano le streghe portano nomi diversi: janare, masche e altri ancora. Riguardo le janare, potete leggere l'ottimo approfondimento di Nick.
Ma non è del folclore che voglio parlarvi, bensì di quelle che sono le radici della stregoneria.

Innanzitutto, perché streghe? Il nome latino, nella sua accezione più generica, è maleficae e ha, come molti altri nomi legati alle arti magiche, un maschile. Esistono gli stregoni, i malefici, che però sono molto rari e spesso benevoli verso il prossimo. La stregoneria, di per sé, non ha accezione negativa. È una forma di magia "bassa", naturale, senza effettiva conoscenza dei complessi meccanismi che stanno dietro la magia "alta", bianca o nera che sia. Un'efficace analogia (non mia) è quella della differenza tra un bambino che aziona l'interruttore e un elettricista che compie la medesima azione. Nonostante la strega pratichi un vasto assortimento di riti e abbia, molto spesso, conoscenze pratiche di medicina, erboristeria e di altre scienze naturali, al suo confronto il mago è uno scienziato - perlomeno in un'ottica pre-scientifica. C'è dunque una differenza tra stregoneria e magia, così come tra magia bianca e magia nera, ma queste definizioni sono strettamente legate al periodo in cui se ne tratta. Nell'antichità, per esempio, è difficile distinguere fra mago e sacerdote, mentre al giorno d'oggi un simile paragone sarebbe accolto dalle risa. Eppure, gli antichi indovini romani, gli auguri e gli aruspici romani, lo stesso pontefice massimo (ruolo poi assunto dall'imperatore) erano figure sacre e pubbliche, che nessuno si sognava di discriminare fino all'avvento del cristianesimo.

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