sabato 15 marzo 2014

Leggendo "L'Eroe" di David Rubín

Non ho conosciuto David Rubín, autore e disegnatore spagnolo, per puro caso a Lucca. Era lì a firmare una catasta di cofanetti de L'Eroe, volumi 1 e 2 già pronti prima della pubblicazione ufficiale. Era impensabile lanciarsi su un autore a me sconosciuto con un'opera così ponderosa (300 pagine sono tante per un fumetto), anche considerando che avevo già zaino e sacchetti pieni di carta. Oltretutto, mi ero dimenticato che avevo diritto a uno sconto presso Tunué. Mi sono così appuntato mentalmente di approfondire la conoscenza di questo tizio che aveva deciso di dare un nome evocativo ma, ammetterete, piuttosto vago alla sua grande opera.

L'eroe è Eracle, e questo accantona l'accusa di vaghezza. Eracle è l'eroe con la E e la L maiuscole fin dall'antichità, almeno nel mondo occidentale. Figlio naturale di Zeus e detestato da Era, è vincolato per decreto del fato a obbedire al cugino Euristeo che gli impone le famose 12 fatiche. Il primo dei due volumi racconta proprio le prime fatiche e la crescita di Eracle dall'adolescenza ai 30 anni circa. In seguito le vicende di Eracle subiscono una svolta drammatica, egli stesso diventerà un personaggio più oscuro e alcune scelte non del tutto condivisibili lo porteranno a una tragica fine...
... ma secondo alcuni Zeus gli offrirà il cibo degli Dei accogliendolo nell'allegra combriccola dei celesti.

Rubín rivisita il mito in chiave moderna. No, appunto. I dettagli sono moderni: compaiono qua e là lettori digitali e motociclette. Ci sono inside jokes a secchiate e sporadiche citazioni (principalmente a Kirby, storico fumettista americano). La storia in sé per il momento è raccontata senza grandi stravolgimenti, salvo magari una maggiore attenzione alla psicologia dei personaggi. Insomma, la lettura mi sta piacendo molto, ma prima di dare un giudizio complessivo aspetterò di aver letto anche il secondo volume - ma sicuramente è infinitamente più fedele allo spirito del mito di qualunque cosa sia uscita al cinema ultimamente. La maggiore difficoltà finora è stata entrare in sintonia con i disegni e i colori, per intenderci:

Il leone di Nemea
I colori scelti da Rubín sono molto accesi (più di quanto si evince dall'immagine) e precisi, lontani da ciò che di solito mi acchiappa fin dalla prima tavola. L'autore rende meglio nelle sequenze di azione, dove rielabora in maniera personale ma senza strafare i mostri che scandiscono la crescita di Eracle. Molto divertenti e caricaturali sono invece le caratterizzazioni di Dei e regnanti, uno su tutti il buon vecchio Poseidone.

Il primo libro si interrompe con la nona fatica e Eracle costretto a confrontarsi i suoi dubbi: se sia ancora un eroe o l'aver sconfitto tutti quei mostri non lo renda invece anch'egli un mostro, il più pericoloso di tutti; se riuscirà infine ad affrancarsi delle catene che gli sono state imposte dal destino e che lo legano alla volontà del tiranno Euristeo.

Ma di questo parleremo (forse) nella seconda parte.

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... E già che ci siamo e che non torno sull'argomento da un po', non vi sembra che ci sia dell'ottimo materiale per aggiungere qualche pagina al Libro delle ombre? Sicuramente Eracle ne aveva molte. Per tutti gli altri potenziali eroi (o mostri), c'è sempre il contest 3Narratori!

4 commenti:

  1. Alla prossima visita in fumetteria devo ricordarmi di prenderlo.

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  2. Alla fine mi hai convinto a comprarlo. L'ho visto in fumetteria, l'ho sfogliato, dovrebbe piacermi.
    Sarà il primo acquisto del mese di aprile.

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